27 agosto 2014

MAX(X)I?


“Salito a Spoleto, mi sono recato sull'acquedotto che fa anche da ponte fra un monte e l'altro. Le dieci arcate che scavalcano la valle se ne stanno tranquille nei loro mattoni secolari, e continuano a portare acqua corrente da un capo all'altro di Spoleto. Per la terza volta vedo un’opera costruita dagli antichi e l’effetto di grandiosità è sempre lo stesso. Una seconda natura, intesa alla pubblica utilità: questa fu per loro l’architettura, e in tal guisa ci si presentano l’anfiteatro, il tempio, l'acquedotto.
E ora soltanto sento con quanta ragione ho sempre trovato detestabili le costruzioni fatte a capriccio, quali per esempio il Winterkasten, un nulla destinato al nulla, un gigantesco trofeo zuccherino, e così molte altre. Cose tutte nate morte, poiché ciò che non ha in se una vera ragione di esistere è materia senza vita e non può avere né raggiungere la grandezza.”

 
J.W. Goethe, "Italienische Reise"
 
 
Come Goethe, anch'io sono salito a Spoleto qualche giorno fa. Poi a Roma. Forse ero un po' di fretta, ma il MAXXI mi ha fatto pensare, più cha al ponte di mattoni, a Eliot che in Middlemarch dice: "Qua e là viene al mondo una Santa Teresa, fondatrice di nulla, i cui singhiozzi e le palpitazioni per una virtù mai conseguita vibrano a distanza e vengono dispersi tra gli ostacoli, anziché concentrarsi in qualche opera riconoscibile nel tempo." Che Zaha mi perdoni.